Qual è la differenza tra vaginite e vaginosi? Poiché questi termini hanno un suono simile, è facile confondere l’uno con l’altro, ma è importante saperli riconoscere in quanto hanno differenti cause e perciò possono necessitare approcci e trattamenti diversi. Infatti, la vaginite è un termine che comprende le infiammazioni vaginali spesso legate ad un’infezione, come le infezioni da lievito, le infezioni batteriche e la tricomoniasi. Mentre, la vaginosi è un tipo di vaginite (1).
Che cos’è la vaginite?
La vaginite è un’infiammazione della vagina. Può colpire anche la vulva, che è la parte esterna dei genitali di una donna e in quel caso si parla di vulvovaginite (1). La vaginite può avere diverse cause legate ad un’alterazione dell’ecosistema vaginale con crescita eccessiva di batteri, funghi o parassiti. Ad esempio, la candida è un fungo che vive normalmente sulla cute, nella bocca, nell’apparato digerente e nella vagina e, generalmente, non provoca danni. Quando nella vagina cresce una quantità eccessiva di candida a causa di antibiotici, gravidanza, diabete, farmaci corticosteroidi, contraccettivi ormonali, può aver luogo la candidosi (2). La vaginite può anche essere causata dalla tricomoniasi, una comune malattia a trasmissione sessuale dovuta a un parassita, chiamato Trichomonas vaginalis. L’infiammazione può essere causata anche da allergie o sensibilità a determinati prodotti utilizzati. Anche i cambiamenti ormonali possono causare irritazione vaginale. Ne sono un esempio la gravidanza, l’allattamento o la menopausa (1).
Che cosa è la vaginosi batterica?
Tra i vari fattori che causano la vaginite, vi è la vaginosi batterica, ossia un’infezione della vagina causata da batteri. È l’infezione vaginale più comune nelle donne tra i 15 e i 44 anni. Tra le cause, vi è uno squilibrio della flora batterica vaginale chiamato disbiosi, in questo caso i batteri nocivi hanno il sopravvento sulla crescita della flora batterica benefica normalmente presente in vagina provocando spiacevoli sintomi. Molti fattori possono modificare l’equilibrio batterico vaginale, tra cui l’assunzione di antibiotici, avere rapporti sessuali non protetti, l’uso di un dispositivo intrauterino, la scarsa o l’eccessiva igiene intima o l’uso di detergenti intimi di cattiva qualità (3).
Quali sono i sintomi della vaginite?
I sintomi dipendono dalla causa della vaginite. Di solito i sintomi dell’infiammazione sono dolore, prurito e bruciore, dolore durante i rapporti sessuali, perdite vaginali. Esaminare le perdite vaginali, notando il colore, le quantità e l’eventuale odore aiuta a capire la causa dell’infezione vaginale. Infatti, le infezioni da lieviti sono caratterizzate da perdite vaginali di colore bianco, denso e ricottose. Le perdite possono essere anche acquose e spesso non hanno odore. Le infezioni da lievito di solito causano prurito e arrossamento della vagina e della vulva (1). Mentre, i sintomi della tricomoniasi, se presenti, sono caratterizzati da perdite grigio-verdi, che possono avere un cattivo odore e includono prurito, bruciore e dolore della vagina e della vulva.
Quali sono i sintomi della vaginosi?
Il sintomo più comune della vaginosi batterica è un incremento delle perdite vaginali che di solito hanno un forte odore di pesce, che aumenta durante il ciclo mestruale o dopo i rapporti sessuali. Le perdite sono generalmente di colore bianco o grigio lattiginoso, ma possono avere un colore verdastro. Si può avvertire anche una sensazione di bruciore o, in rari casi, di prurito quando si urina (4).
Come difendersi? Il ruolo del microbiota
Le infezioni vaginali sono causate da una condizione di disbiosi, ossia l’alterazione della componente microbiotica vaginale con una riduzione dei lattobacilli ed un aumento dei batteri sia aerobi che anaerobi a cui possono sovrapporsi le infezioni da funghi, come la candida. I lattobacilli mantengono il pH acido e rendono la vagina un ambiente ostile alla crescita dei batteri patogeni. La somministrazione orale di lattobacilli con caratteristiche probiotiche è stata suggerita in caso di disbiosi vaginale in quanto svolgono un ruolo essenziale nel mantenimento di un microbiota equilibrato. In particolare, uno studio ha dimostrato che la somministrazione del ceppo probiotico L. rhamnosus TOM 22.8 per via orale ha determinato una significativa riduzione dei patogeni dopo 10 giorni di somministrazione e il mantenimento della flora batterica sana anche a 30 giorni dopo la fine del trattamento. Pertanto, il ceppo L. rhamnosus TOM 22.8 risulta essere un valido trattamento per la disbiosi vaginale (5).
Bibliografia
- MedlinePlus. Bethesda (MD): National Library of Medicine (US); Available from: https://medlineplus.gov/vaginitis.html
- MedlinePlus. Bethesda (MD): National Library of Medicine (US); Available from: https://medlineplus.gov/yeastinfections.html
- Ceruti M, Canestrelli M, Piantelli G, Amone F, Condemi V, De Paolis P, Ludovici G, Somenzi P. Vaginite e vaginosi. Due periodi a confronto [Vaginitis and vaginosis. Comparison of two periods]. Minerva Ginecol. 1993 Oct;45(10):479-83. Italian. PMID: 8278079.
- National Library of Medicine Available from: https://www.nichd.nih.gov/health/topics/bacterialvag/conditioninfo/symptoms
- Pino A, Rapisarda AMC, Vitale SG, Cianci S, Caggia C, Randazzo CL, Cianci A. A clinical pilot study on the effect of the probiotic Lacticaseibacillus rhamnosus TOM 22.8 strain in women with vaginal dysbiosis. Sci Rep. 2021 Jan 28;11(1):2592.