Una delle più comuni conseguenze dell’invecchiamento riguarda le articolazioni. In particolare, si parla di artrosi come un processo degenerativo dovuto all’avanzare dell’età, a fattori genetici, ma anche a sovrappeso e obesità, traumi, o ad attività lavorative e sportive che a lungo andare logorano le componenti articolari (1). Si tratta di una patologia cronica e invalidante con importanti ripercussioni sulla vita sociale dell’individuo. Si caratterizza per la sintomatologia dolorosa a carico delle articolazioni e colpisce maggiormente le donne, con un rapporto quasi tre volte maggiore rispetto agli uomini (2). A parte il grande uso di antidolorifici, di infiltrazioni, nonché di approcci riabilitativi o chirurgici nei casi più gravi, la letteratura medico-scientifica ha portato all’attenzione alcune sostanze in grado di interagire con la fisiologia articolare contribuendo ad alleviare il dolore, la rigidità (soprattutto al risveglio mattutino), le tumefazioni e le limitazioni del movimento.
Le articolazioni più colpite
Si ritiene che l’artrosi colpisca in Italia almeno 4 milioni di persone. Classicamente le articolazioni che comportano maggiori problemi al paziente sono quelle del ginocchio (gonartrosi), dell’anca (coxartrosi), della colonna vertebrale, ma anche delle mani e dei piedi. In questi casi, i tessuti articolari vanno incontro a una progressiva degenerazione delle cartilagini – primariamente costituite da collagene ed elastina – che ricoprono e proteggono le ossa dell’articolazione e le membrane sinoviali (3). Di conseguenza ogni movimento può risultare doloroso. Tra i primi consigli forniti al paziente c’è l’invito a ridurre l’eccesso di peso corporeo per limitare il carico che grava sui tessuti dell’articolazione danneggiata e la progressione del danno.
I trattamenti disponibili
L’approccio ottimale alla problematica dell’artrosi richiede una combinazione di trattamenti farmacologici e non. Si consigliano programmi educazionali, esercizi fisici e terapia farmacologica analgesica, basata primariamente sul paracetamolo e in seguito sui farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS). Un ulteriore aiuto può arrivare dall’impiego di sostanze naturali come glucosamina solfato e condroitin solfato che possono essere utili per alleviare i sintomi con effetti favorevoli sulla struttura cartilaginea: per la loro attività viscoelastica tali molecole vengono anche definite condroprotettori (3, 4). Nei quadri clinici più avanzati si ricorre a infiltrazioni intra-articolari con steroidi e acido ialuronico, importante costituente strutturale della cartilagine. L’acido ialuronico contribuisce al mantenimento della funzione articolare garantendone la lubrificazione e la capacità di assorbire gli shock meccanici dovuti al movimento.
L’integrazione con Metilsulfonilmetano
È una molecola naturalmente presente negli organismi viventi di fondamentale importanza. Negli ultimi anni la ricerca si è concentrata sullo studio del ruolo biologico del Metilsulfonilmetano, rivelandone la capacità di donare atomi di zolfo per produrre altre molecole, essenziali per il funzionamento dei tessuti. Gli studi in vivo e in vitro suggeriscono che la molecola svolge un’azione antinfiammatoria e antiossidante a livello cellulare. Sicuro e ben tollerato, il Metilsulfonilmetano appare anche in grado di preservare le cartilagini riducendone la degenerazione. Nota per le proprietà antinfiammatorie, la molecola si è rivelata in grado di migliorare la funzione fisica e la mobilità nelle persone alle prese con osteoartrite (6). Inoltre, insieme all’acido boswellico, si è ridotto il consumo di farmaci analgesici nei pazienti con artrosi (6, 7). Analogamente, insieme alla glucosamina, la supplementazione con Metilsulfonilmetano sembra migliorare la qualità di vita in presenza di lombalgia (6, 8).
Due piante in primo piano
La fitoterapia propone da tempo alcune interessanti soluzioni. A cominciare dalla Boswellia, pianta nota poiché utile alla funzionalità articolare e al contrasto degli stati di tensione localizzati, dalla cui resina si estraggono complessi triterpenici (acidi boswellici) a cui vengono associate capacità antinfiammatorie, indicati in caso di artrite e artrosi (9). Un’altra pianta interessante in contrasto alla patologia artrosica è la Mirra (Commiphora myrrha), utilizzata fin dall’antichità per questo tipo di problematica: gli estratti hanno un effetto antinfiammatorio e analgesico rallentando, secondo alcuni studi, l’erosione della cartilagine (10). Per sfruttare concretamente i principi attivi presenti in queste piante si consiglia l’assunzione di prodotti titolati e standardizzati. In questo senso, le nuove tecnologie consentono di selezionare con precisione le molecole biologicamente più utili presenti nei vegetali.
Tre elementi e una vitamina
Non dimentichiamo, infine, la vitamina C, parte integrante di diversi integratori a sostegno delle articolazioni. È essenziale in quanto contribuisce alla normale formazione del collagene per la fisiologica funzione delle cartilagini. Il corpo, infine, necessita di alcuni elementi, fondamentali per il buon esito dei processi metabolici. Nel caso dell’integrazione alimentare formulata per fornire un supporto al contrasto i processi di invecchiamento, si punta sullo zinco, che contribuisce al mantenimento della fisiologia ossea, sul selenio che contribuisce alla protezione delle cellule dallo stress ossidativo (azione antiossidante), e sul rame.
Bibliografia
1. IRCCS Humanitas Research Hospital. Artrosi. www.humanitas.it
2. Ministero della Salute. Malattie reumatiche e osteoarticolari. www.rssp.salute.gov.it
3. Associazione Nazionale Malati Reumatici (ANMAR). Conoscere l’artrosi. www.alomar.it
4. Punzi L, Marcolongo R et al. Consensus italiana sulle raccomandazioni EULAR 2003 per il trattamento della gonartrosi. Reumatismo 2004; 56:190-201
5. IRCCS Humanitas Research Hospital. Metilsulfonilmetano. www.humanitas.it
6. Butawan M et al. Methylsulfonylmethane: Applications and Safety of a Novel Dietary Supplement. Nutrients 2017; 9(3): 290
7. Notarnicola A et al. The “mesaca” study: Methylsulfonylmethane and boswellic acids in the treatment of gonarthrosis. Adv. Ther. 2011;28:894–906
8. Tant L et al. Open-label, randomized, controlled pilot study of the effects of a glucosamine complex on low back pain. Curr. Ther. Res. 2005;66:511–521
9. Firenzuoli F. Fitoterapia. Masson 2002
10. Lee D et al. Commiphora Extract Mixture Ameliorates Monosodium Iodoacetate-Induced Osteoarthritis. Nutients 2020; 12(5): 1477