Anemia nei bambini. Quali sintomi? | Laborest Blog

L’anemia può riguardare anche i bambini. Come capire i sintomi?

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L’anemia da carenza di ferro o sideropenica può colpire anche i bambini, perfino quando sono molto piccoli. Solitamente succede se il ferro introdotto con il cibo è insufficiente, oppure se aumenta il fabbisogno di questa sostanza. È importante descrivere al pediatra i sintomi dell’anemia. Lo specialista potrà suggerire approfondimenti diagnostici, i cibi giusti ed eventualmente un integratore.

Secondo gli esperti, almeno un quarto della popolazione mondiale è soggetta ad anemia, per la maggior parte anemia sideropenica, ossia da carenza di ferro. I bambini al di sotto dei sette anni di età sono il gruppo che risente maggiormente di questa condizione. La carenza di ferro provoca infatti problemi per l’accrescimento fisico e psico-motorio, ma anche per lo sviluppo del sistema nervoso. Diverse ricerche hanno dimostrato che l’anemia nei bambini si presenta spesso accompagnata a sindrome dell’iperattività e deficit dell’attenzione (ADHD) e ad autismo (1). L’anemia nei bambini causa sintomi che non sempre i genitori riescono a comprendere, perché possono essere vaghi. Per questo è importante non sottovalutare alcune manifestazioni apparentemente banali.

Cos’è l’anemia?

L’anemia sideropenica o ferrocarenziale è la più diffusa tra i bambini. Consiste in una diminuzione dei livelli di ferro ottimali per il benessere. L’anemia nei bambini è solitamente dovuta a:

  • Apporto insufficiente di ferro: l’organismo non è in grado di produrre il ferro. Questa sostanza deve essere assunta con l’alimentazione. Una dieta povera di ferro (presente in carni, molluschi, cereali integrali, legumi) (2) e acido folico (nei vegetali a foglia verde) è spesso responsabile di anemia;
  • Aumento del fabbisogno: in alcuni periodi della vita aumenta il fabbisogno quotidiano di ferro, anche se si è in perfetta salute. Durante l’infanzia, per esempio, l’organismo è impegnato a triplicare il peso corporeo e, di conseguenza, ha bisogno di più ferro per formare l’emoglobina, componente dei globuli rossi. Lo stesso avviene durante l’adolescenza;
  • Problemi di assorbimento: la celiachia è una malattia intestinale infiammatoria che impedisce il corretto assorbimento dei nutrienti, quindi anche del ferro, da parte dei villi intestinali (3).

Anemia nei bambini, ecco i sintomi

L’anemia nei bambini provoca sintomi a volte lievi, che si possono talvolta confondere con semplici malesseri legati alla stanchezza e alla crescita. In realtà sono dovuti alla scarsa ossigenazione dei tessuti, per la carenza di emoglobina (4). I più comuni sono:

  • Nervosismo: il bimbo piccolo piange spesso senza motivo, è capriccioso e irritabile. I bambini più grandicelli e gli adolescenti hanno reazioni di rabbia e scatti di nervi frequenti;
  • Stanchezza: il piccolo lamenta una stanchezza cronica, più intensa al mattino, che compare anche nello svolgimento di attività non impegnative. Il rendimento scolastico ne può risentire;
  • Crescita lenta: l’anemia nei piccoli può causare un ritardo nella crescita (sia come statura sia come peso) perché ai tessuti non giunge una quantità sufficiente di ossigeno;
  • Irritazioni di pelle e mucose: la carenza di ossigeno provoca sofferenza dei tessuti, quindi possono comparire irritazioni e lesioni alla pelle e alle mucose, come stomatiti e glossiti;
  • Colorito pallido: la scarsa quantità di emoglobina in circolo conferisce una colorazione pallida o giallastra al viso. La congiuntiva che riveste la palpebra inferiore e le gengive appaiono di un rosa molto chiaro.

Se l’anemia nei bambini è più seria, possono comparire sintomi come difficoltà a sopportare l’esercizio fisico, aumento delle pulsazioni cardiache (una manifestazione detta tachicardia), mal di testa e difficoltà della respirazione.

Come affrontare l’anemia nel bambino?

È importante riferire al pediatra eventuali sintomi di anemia nei bambini. Lo specialista può sospettare la presenza di questo problema durante i controlli periodici, notando per esempio un problema nell’accrescimento o la colorazione pallida di pelle e mucose. La diagnosi si ottiene con un prelievo del sangue per eseguire l’emocromo. L’anemia è lieve se l’emoglobina è superiore a 10 g/dL, è moderata se è tra i 7 e 10 g/dL, grave se è inferiore a 7 g/dL. Possono rendersi necessari accertamenti per escludere la celiachia.

La cura consiste in un’alimentazione corretta, che comprenda carne, pesce e uova. In caso di dieta vegana o vegetariana, legumi di tutti i tipi, frutta a guscio e disidratata, cereali integrali sono un’ottima fonte di ferro.

Gli integratori alimentari di ferro possono essere presi in considerazione, soprattutto se non ci si riesce ad assicurare le quantità adeguate con la dieta. I più validi contengono ferro nella forma bisglicinata, che non causa disturbi gastrointestinali e viene assimilata facilmente dall’organismo, anche in caso di malattie che causano problemi di assorbimento. Oltre al ferro, gli integratori dovrebbero contenere altre sostanze importanti. Ne sono esempio la vitamina C, che facilita l’assorbimento del ferro vegetale assunto con la dieta, e l’acido folico, una vitamina che contribuisce alla formazione dei globuli rossi del sangue e che combatte stanchezza e affaticamento.

 

Bibliografia

  1. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/?term=iron+deficiency+anemia+children
  2. https://smartfood.ieo.it/nutrizione-e-salute/nutrienti/ferro-alimenti/
  3. https://www.epicentro.iss.it/celiachia/
  4. https://www.ospedalebambinogesu.it/anemia-da-carenza-di-ferro-89689/